Monte Bianco Cresta integrale di Peuterey

Monte Bianco

CRESTA INTEGRALE DI PEUTEREY

"L'ascensione al Monte Bianco per la cresta del Peuterey è uno degli itinerari più grandiosi delle Alpi, il sogno di molti alpinisti."
(André Roch,  Grandi imprese sul Monte Bianco)


"Il percorso integrale della Cresta di Peuterey consiste nella scalata dell'Aiguille Noire de Peuterey per la cresta sud, discesa per la cresta NW, superamento delle Dames Anglaises, per poi scavalcare l'Aiguille Blanche e seguire la cresta finale di Peuterey sino al Monte Bianco. Dall'attacco della cresta sud dell'Aiguille Noire sono 3200 m di dislivello con uno sviluppo di 5500m."
(G. Buscaini, Monte Bianco, CAI TCI)

"La cresta integrale di Peutérey rimarrà sempre una salita che difficilmente verrà ripetuta, infatti le probabilità di compiere l'intera scalata sono molto minori rispetto alla parete Nord dell'Eiger o allo sperone della Punta Walker, perchè le dimensioni della cresta superano quelle di entrambe le pareti, sia in altezza che in estensione: 8Km di arrampicata, discese a corda doppia, salite lungo roccia, ghiaccio e misto, contro i 2Km circa delle grandi pareti nord. Già la prima tappa, la cresta sud dell'Aguille Noire è di 2Km di scalata; poi la seconda frazione, 500mt di discesa a corda doppia lungo il verticale spigolo Nord dell'Aguille Noire, una grande incognita, soprattutto con il maltempo! L'ultimo tratto, infine, la traversata dell'Aguille Blanche, la discesa alla sella del Col de Peutérey e la salita di 900mt per raggiungere la vetta del Monte Bianco risulta tecnicamente più facile, ma certo non meno grandiosa ed impressionante".
Kurt Diemberger, rivista della montagna, n.°12, aprile 1973

Sull'integrale 30 anni dopo

A distanza di trent'anni le cose sono cambiate un poco; soprattutto grazie a previsioni meteo più affidabili è oggi possibile programmare questa avventura in un periodo favorevole ed avere quindi maggiori "chances" di riuscire. L'attrezzatura poi, oggi nemmeno lontanamente paragonibile per peso a quella di allora, ha reso il procedere più veloce e sicuro.

Cresta di Peuterey

10 e 11 luglio 2003

Da quando ho visto la prima volta il Monte Bianco ho sognato di percorrere un giorno questa grande linea. Partire presto, sul ruvido e dorato granito della cresta sud della Noire, avendo come obiettivo finale la cima del Bianco, significa partire per la più lunga scalata che le Alpi possano offrire.


Noi cominciamo a scalare con la prima luce del giorno, in scarpette da arrampicata per essere veloci e sicuri e poter progredire sempre di "conserva" sui 1200m di dislivello di questa via. Una vera e propria galoppata che abbiamo concluso dopo 8 ore, concedendoci la prima vera sosta di fianco alla Madonnina della vetta.

La cima del Bianco da qui è ancora tremendamente lontana!
Da questo punto comincia la discesa dalla Noire sino alla Breche sud delle Dames Ainglaises: 15 calate in corda doppia, a tratti molto esposte, dove bisogna saper scegliere bene tra le numerose soste presenti un po' ovunque. Conviene non farle troppo lunghe per diminuire la possibilità di incastri.

Mentre scendiamo sentiamo di chiudere la porta ad una facile ritirata: da ora la via di casa passa proprio per la cima del Bianco.
Arrivati alla Breche Sud si pone la questione del superamento delle arcigne "Dame Inglesi": scegliere la traversata bassa o quella alta? Noi optiamo per il percorso alto, più difficile e faticoso è però assai più sicuro di quello basso e vista da vicino la roccia di cui sono costituite queste guglie (scisti e non granito come il resto della salita), è una cosa che consigliamo vivamente.

Nonostante la torrida estate, sul versante in ombra delle ultime calate prima del bivacco Craveri, riusciamo a raccogliere, in un provvidenziale sacchetto di plastica, della neve lasciata da un piccolo temporale di qualche giorno fa. Possiamo così bere quanto vogliamo.
Sono le 22'00 e siamo in giro da 16 ore, ma ora non possiamo che gustarci questa piccola ed accogliente botte di legno che trasuda letteralmente storia.

Il mattino dopo riusciamo a partire solo alle 6'00 con la luce: la salita alla Blanche non è difficile tecnicamente ma le dimensioni sono enormi e la scelta dell'itinerario "migliore" chiede un po' di strategia.
La cresta che unisce le tre vette è aerea ma in buone condizioni, procediamo bene e pian piano anche il Bianco sembra avvicinarsi. Sempre più vicino è invece il Grand Pilier d'Angle e visto di fronte pare proprio che non si voglia concedere troppo facilmente.
Scendiamo al Col di Peuterey con 4 calate in corda doppia ed una scivolata sulla neve che comincia a "mollare" (è mezzogiorno).
Decidiamo di salire la parete del Grand Pilier tutta a destra, prima per un pendio di neve e poi lungo un tiro in roccia molto impegnativo. Sopra però le difficoltà diminuiscono e ricominciamo a procedere di conserva.

Sempre più alti. Sempre più stanchi.
La cresta finale sembra infinita, ma ad un tratto ecco gli ultimi metri prima della cornice, ecco che la testa spunta oltre, ecco la Francia e l'orizzonte libero senza più parete, senza altre montagne. Da qui una passeggiata di un'ora ci separa dalla cima del Bianco che raggiungiamo alle 19'00.

Dopo due ore entriamo al Refuge du Gouter, chiediamo un pasto ed un posto per dormire ed il gestore, sentito da dove arriviamo, ci concede una cuccetta nella sua stanza!
Luca e Valentina

Cosa ci siamo portati

1 zaino da 32l ed 1 da 40l
ramponi automatici
1 piccozza classica e 1 martello piccozza "piolet traction"
4 chiodi da roccia
4 friends
4 nuts
8 anelli di cordino
6 moschettoni liberi
1 piastrina e 1 secchiello
2 tibloc
4 chiodi da ghiaccio
2 mezze corde da 55m e 60m
2 caschi, telo termico emergenza
fornellino + 1 cartuccia gas da 100g
2 borracce da 0'75 e 1.5l
2 dadi per brodo, 2 buste cibo disidratato, 10 barrette energetiche, integratori di sali per acqua, 6 bustine di thè
2 lampade frontale
2 lumini cera
1 matita
nastro adesivo Tape americano
1 macchina fotografica, documenti e soldi.

Come abbigliamento a testa:
scarponi in cuoio da alta montagna e scarpette da arrampicata, sottopantaloni in polartec e pantaloni in micro fibra, maglia in polipropilene, maglia in polartec e gilet giacca super leggera e duvet, 2 paia di guanti polartec e fascia orecchie